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Ritratto di Raffaello Baggio.
Tutti conoscono il grande Raffaello Baggio, artista sopraffino del pallone, pennellatore di traiettorie inarrivabili, rifinitore dalle metafisiche prospettive di gioco, asceta del dribbling, serafico giustiziere dal dischetto (quasi sempre...), ineffabile tracciatore di invisibili geometrie di giuco che solo i più grandi riescono a realizzare. Uomo dal talento immenso, nella vita raccolse meno di quanto meritasse, soprattutto a causa dell'ostracismo da parte degli integralisti del 4-4-2. Fra gli ultimi umanisti del calcio, la sua visione metteva il giocatore di talento al centro dell'Universo, opponendosi alle religioni tattiche in voga nel tempo. Ciò gli costò la scomunica di Papa Arrigo II, per il quale pure aveva lavorato con reciproca soddisfazione. L'Artista decise di omaggiare Raffaello Baggio con un ritratto eseguito con un pennello di penne di fagiano e colori ad olio, su tela umbra. Il dipinto mostra una qualità superiore, degna dell'Artista. Osservandolo, si nota una sorta di tridimensionalità, grazie al sapiente lavoro su luci ed ombre. Possimamo osservare 3 piani: lo sfondo, contraddistinto dall'ombreggiatura della figura sulla destra; il personaggio, quasi etereo, leggermente sfocato, sul livello mediano; il volto, luminoso, raggiante, che sembra emergere rispetto alla figura, conferendo un maggior risalto e significato al volto ed alla sua espressione.