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Il navigatore solitario e l'Arrigo-Umibozu
la tradizionale stampa artistica giapponese su carta, chiamata ukiyo-e, ha sempre affascinato l'Artista, che la considera la forma visiva migliore per catturare l'essenza della terra del Sol Levante. Un giorno, mentre si trovava presso il porto di Shimizu vicino alla città di Shizuoka, per mirare ai gabbiani, e poi abbatterli con la sua fionda a proiettili d'uranio impoverito, l'Artista udì dai pescatori una curiosa leggenda. Si narra che in tempi antichi, un famoso navigatore solitario straniero decise di imbarcarsi in una clamorosa impresa: la prima circumnavigazione in solitaria del Giappone, accompagnato da tre tizi presi a caso. Proprio al largo di Shimizu, in una notte di tregenda, mentre issava pappafichi e cazzava rande a caso, il navigatore solitario, che i locali chiamavano Koban (小判), vide emergere dalle acque una creatura mostruosa, un enorme yōkai di mare. Il suo nome era Arrigo - Umibozu, un gigante tutto nero dalla testa pelata ed arti serpentini, che rovesciava le navi di coloro i quali osavano rivolgergli la parola. Si dice siano gli spiriti degli allenatori di calcio prima divenuti opinionisti e poi caduti nell'oblio perenne. La loro comparsa preannuncia sciagure, soprattutto se iniziano a parlare. Per tale motivo i marinai, in segno propiziatorio, sono soliti gettare in mare prima della partenza una lavagna e dei gessi, per tenere gli umibozu occupati. Impressionato dalla storia, l'Artista produsse una raccapricciante raffigurazione della scena dell'incontro. La vista della creatura destava talmente tanto spavento, che la sua visione venne vietata ai minori di 14 anni, per cui i genitori dovettero premere il tasto rosso sul proprio telecomando.