La Sport Art

La fusione fra sport ed arte

Il Manifesto

Quello della Sport Art è un movimento le cui radici culturali ed artistiche affondano nel mare magnum della pittura rinascimentale, con tracce di influenze anche antecedenti, soprattutto per quanto riguarda tecniche e materiali. La pittura è infatti il mezzo espressivo prediletto, come una moderna fotografia essa viene utilizzata per fermare il momento nella memoria. La cristallizzazione dell'attimo che diviene eternità, ed attraverso questo processo soggettivo, diviene memoria collettiva. Attraverso i secoli esso subisce l'influenza di nuovi stili, correnti, grandi maestri, e così facendo si plasma, si evolve e si trasforma. Infine acquisisce consapevolezza di sé ed assurge alla dignità di nuova forma artistica. La Sport Art ingabbia la dimensione temporale in un'astrazione visuale in grado di estrapolarla attraverso un preciso lavoro di ricostruzione concettuale il quale, come in un puzzle, assembla le varie componenti per giungere infine all'opera compiuta. La Sport Art è un contenitore dello sport, delle sue manifestazioni e dei suoi protagonisti, dà loro una forma e li fissa nel tempo, come la colata di cenere che si abbatté su Pompei.

Rivoluzione artistica.

Nel bene e nel male, gli anni 60 del '900 sono stato un periodo fondamentale per l'evoluzione sociale e culturale del mondo. Le rivoluzioni, il femminismo, la lotta per i diritti e tanto altro accompagnarono l'esistenza di artisti che dalle Americhe al Giappone seppero ritagliasi uno spazio importante nel panorama artistico dell'epoca. Da questo punto di vista, emerge con prepotenza una nuova visione dell'arte, vista non più come appannaggio di un'élite acculturata, bensì alla portata anche del popolo bue, dei dilettanti, di coloro i quali vogliono comunicare, sperimentare condividere il proprio essere, le proprie idee, anche attraverso forme nuove d'espressione. É infatti in tale contesto che incontriamo ad esempio in Cina, le figure dello scrittore - operaio e del poeta - contadino, immagini alle antitesi rispetto alle élite culturali dell'epoca, che divengono ben presto comuni nella Cina rivoluzionaria di Mao Tze Dong e dei suoi amici passerotti. Parimenti nei decenni successivi in Italia emergono prepotentemente dalla viscere della terra le figure del presidente - operaio e del pittore - calciatore (o più genericamente artista - sportivo sui generis). Proprio in quest'ultima figura si riconosce l'Artista, parte integrante di un movimento che vede in Claudio Sala l'esponente di riferimento ed in Claudio Lotito la sua nemesi (parola che, notate bene, deriva del greco antico, eh...). Il personaggio del pittore - calciatore, alla pari degli altri succitati, rende obsoleta la concezione secondo cui gli sportivi, ed in particolare i calciatori, sono dei coacervi di ignoranza. Uno stereotipo che negli anni è andato scemando, sia grazia all'acculturamento degli sportivi, che allo sdoganamento dell'ignoranza più becera all'interno della società civile. Il poeta - pittore affonda le radici della propria sapienza nella tradizione, spesso legata al territorio di provenienza, ma come una spugna cerca di attingere nuovo sapere che permetta alla propria arte di raggiungere nuovi traguardi, nuove esperienze. Così facendo, dall'empirismo si evolve verso dimensioni altre, anche rispetto a sé stesso, finendo col trascendere il proprio essere e la propria arte. Ma come dice l'artista - sportivo "Cosa farò da grande, non lo so".

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